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Al “nucleo” del problema: le malattie genetiche causate da difetti dell’involucro nucleare

La cellula racchiude al suo interno il patrimonio genetico : DNA, istoni, proteine organizzate, situate in un ordine estremamente preciso, nel nucleo, perfetta macchina di collegamento che legge il segnale ricevuto dal citoplasma e lo traduce al suo interno. Da tempo si conosce la composizione del DNA, meno si conosce la struttura nucleare su cui si organizza il DNA. Tra il DNA e la membrane nucleare che circonda il nucleo c’è un complesso di proteine che si chiama làmina, polimerizzato a costituire una rete. La prima evidenza che proteine di làmina e proteine dell’involucro nucleare sono coinvolte entrambe nello svolgimento di importanti processi cellulari, viene dalla similitudine del quadro patologico di due malattie, la distrofia muscolare di Emery–Dreifuss X-linked (EDMD1), causata dalla mutazione scoperta nel 1994 dai ricercatori del CNR di Pavia sul gene emerina, proteina dell’involucro nucleare, e la distrofia muscolare di Emery–Dreifuss autosomica (EDMD2), dovuta a mutazioni identificate nel 1999 al CNRS di Parigi, sul gene della lamìna A, proteina di làmina. Entrambe le patologie si presentano con distruzione del tessuto muscolare e cardiomiopatia. Da allora sono state scoperte molte malattie causate da difetti dell’involucro nucleare. Sono dette Laminopatie, sono malattie genetiche rare e possono presentare patologia specifica tissutale o patologia a carico di più tessuti . La làmina nucleare prende parte alla regolazione del DNA, al differenziamento cellulare, alla risposta ai danni da stress, alla regolazione dei segnali che causano l’invecchiamento della cellula. Nel 2002 una nuova mutazione sul gene della lamìna A/C viene identificata come la causa di una malattia da invecchiamento accelerato. La làmina nucleare regola quindi anche l'invecchiamento del nostro organismo. Per scoprire i meccanismi molecolari non funzionanti e trovare una cura per le laminopatie c’è un lungo e affascinante lavoro di connessioni da fare, con un unico punto di partenza: il NUCLEO.

Giovanna Lattanzi, CNR-IGM-BO, Bologna

 

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